In questo particolare momento storico il bisogno di contatto è più importante che mai, a maggior ragione perché ci è precluso diventerà fondamentale riabituarsi al contatto fisico fra le persone.
L'informatizzazione dell'uomo opportunità o disfatta?
Questa è chiaramente una premessa importante, l'avvento delle nuove tecnologie, la crescente informatizzazione, nuovi comportamenti e atteggiamenti sociali in funzione di internet e da non sottovalutare l'adattamento del corpo al "vizio" delle posture mantenute: basta pensare a quante ore restiamo in flessione cervicale sul telefono o sul computer.
Tutto questo ci sta sottoponendo a una spinta di adattamento molto forzata.
Indubbiamente le nuove tecnologie portano innovazione e aprono nuove possibilità ma a che prezzo?
Rispettare i tempi evolutivi
Questo non vuole essere un articolo critico nei confronti dei nuovi sistemi di comunicazione, ma vuole porre attenzione alle conseguenze di una spinta adattativa troppo veloce e forzata.
L'uomo è un animale sociale e non social, se pensiamo ad appena 50 anni fa alle abitudini dei nostri nonni al loro stretto contatto con la natura e il ripetersi immutato di tradizioni e abitudini che cambiavano poco nel corso del tempo; se pensiamo a come passavano il poco tempo libero a disposizione, bar osterie feste di paese o altre situazioni di convivialità che oggi chiameremo più "genuine", chiaro non mancavano i problemi e le difficoltà di una vita fatta di stenti ma forse il sapore di quella esistenza era più buono.
Al giorno d'oggi dove il concetto di lavoro è sempre più intellettuale e statico,
la presenza dei social che apparentemente ci tengono vicini ma sappiamo che è un surrogato del concetto di vera amicizia,
aggiungiamo la situazione aggravante del lavoro a distanza e ancora peggio per i più piccoli e adolescenti con la didattica a distanza che di certo non rappresenta un modello di sviluppo sociale sostenibile;
non a caso si sta contrapponendo a tutto questo una forte spinta di ritorno alla natura, trekking, camminate, eventi all'aperto legati alle tradizioni, esperienze manuali.
Un chiaro segnale che le persone hanno bisogno di un contatto diretto con gl'elementi naturali che ci circondano e soprattutto un contatto sociale con gl'altri individui di una comunità.
L'uomo è un animale sociale
Sono un'operatore Shiatsu vicino al decimo anno di professione, mi sono avvicinato a questa disciplina per grande interesse e amore; ad oggi continuo a esercitare con grande dedizione e passione.
il messaggio non detto che questa disciplina porta con se è che attraverso il contatto di una mano è possibile portare un grande giovamento e sollievo a chi riceve, non solo in caso di dolori fisici, ma soprattutto la dove il cliente sta vivendo una condizione di disagio psicologico, mancanza di sostegno, squilibri di natura emotiva.
Sin dai tempi più antichi è risaputo che il contatto di una mano rappresenta il primo gesto quando qualcosa non va: consolare qualcuno con un'abbraccio, stringersi la mano in segno di stima, tenere una parte dolente.
Il massaggio al corpo in generale pone come principio fondamentale, ancor prima di una finalità terapeutica, il mettere a proprio agio chi lo riceve.
Lo Shiatsu in particolar modo fa sua questa affermazione, ponendo il cliente in una condizione di profondo rilassamento, distacco dalla tensione del corpo e senso di sostegno:
è come sentirsi dire costantemente "tranquillo mi prendo cura di te" ma con un linguaggio non verbale.
Nello Shiatsu conta ciò che non viene detto ma il cosa si trasmette.
In dieci anni di attività ho potuto constatare che mediamente tutti i miei clienti non sono abituati a ricevere il contatto di una mano, specie i più giovani. Le affermazioni più frequenti sono "non riesco a lasciarmi andare" oppure "sento una parte del corpo che è ancora tesa o rigida non capisco perchè" .
Beh chiaramente la prima risposta che viene in mente è che le persone non sono abituate a sentirsi "le mani addosso" ma non si tratta solamente di questo.
Quando il nostro corpo è sottoposto a un dolore fisico o un disagio psicoemotivo, mantiene uno stato di allerta inconsapevole, non comandabile e difficilmente reversibile;
una sorta di sistema di sicurezza che ci prepara alla fuga in caso di pericolo: nell'esempio di dolore fisico il motivo per cui il sistema è attivato ci è noto quindi per il cliente è più razionalizzabile il non stare bene.
Il problema è che quando questo "pericolo" non ci è ben chiaro, situazioni stressanti prolungate nel tempo, mancanza di sicurezza, mancanza di conforto portano il corpo a mantenere costantemente attivo il sistema di sicurezza che si manifesterà con tensioni, rigidità, dolori muscolari, stati di ansia, infiammazioni.
In questo caso per il cliente è più difficile il nesso causa/effetto, non capisce che la sua condizione di dolore fisico deriva da un disagio ambientale, emotivo, psicologico non ben definito.
Cio che ci circonda ci influenza nel bene e nel male.
Quello che ho compreso come professionista operatore Shiatsu è che l'azione di una mano, che attraverso una ritmica e una tecnica di manipolazione ben precisa ha SEMPRE una finalità di spegnimento del sistema di sicurezza.
E questo ha qualcosa di magico.
Quasi la totalità dei miei clienti all'inizio del trattamento vivono questo "disagio" vuoi per le proprie tensioni o perchè si devono abituare, poi ad un certo punto la loro condizione magicamente cambia; cedono, lasciano andare la propria convinzione, la tensione interna, la mente si spegne e cosi il loro sistema di difesa creando le condizioni interiori per cui il dolore migliori, l'infiammazione migliori, lo stato d'ansi se ne vada.
Tutto questo senza che io dica nulla, il mio ruolo è quello di essere presente, mantenere costantemente la ritmica, la pressione della mia mano e soprattutto la mia intenzione ovvero l'incrollabile certezza che sto facendo del bene.
In questi anni di professione quello che ho capito è che prima ancora di spegnere il dolore le persone hanno bisogno di essere riportate in una condizione di equilibrio e il contatto di una mano è uno degli strumenti più efficaci che abbiamo a disposizione.
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